Deputata del Parlamento europeo, rieletta per la quinta volta nel 2009.
Membro della Conferenza dei presidenti; della Commissione per il commercio internazionale; della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere; della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare; della Delegazione alle commissioni di cooperazione parlamentare UE–Kazakistan, UE-Kirghizistan e UE-Uzbekistan e per le relazioni con il Tagikistan, il Turkmenistan e la Mongolia; della Delegazione all’Assemblea parlamentare Euromediterranea; della Delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.
Come sappiamo, Cristiana Muscardini, ha preso la decisione di lasciare il Parlamento Europeo.
Innumerevoli sono state le battaglie che ha portato avanti per la nostra categoria. E’ così che ANASPED la ringrazia per quanto ha fatto nel corso dei suoi 5 mandati.
Nella consapevolezza che la forza di lottare non viene mai meno a coloro i quali ce l’hanno dentro siamo tutti certi che sentiremo ancora la sua VOCE, magari assieme alla nostra. Grazie Cristiana!
ESTRATTO DELL’ INTERVENTO DI CRISTIANA MUSCARDINI – CERNOBBIO 06 GIUGNO 2014
In Italia come in Europa il problema principale resta la disoccupazione intesa sia come disoccupazione giovanile che come disoccupazione delle persone espulse dal mercato del lavoro per via della crisi economica.
Per abbattere la disoccupazione bisogna far ripartire l’economia, non basta infatti soltanto diminuire il costo del lavoro ma bisogna che ci siano nuovi ordini per le imprese che consenta loro di fare nuove assunzioni.
Una politica sbagliata in Europa, per altro non contrastata mai dai governi italiani in questi ultimi venti anni, ha portato a privilegiare i servizi rispetto all’impresa manifatturiera con la conseguenza che molte, troppe imprese sono state chiuse disperdendo anche potenziale culturale. Oggi l’Europa ha capito il proprio errore ma le imprese non potranno ripartire senza i 9 seguenti presupposti:
- Snellimento delle procedure burocratiche
- Accelerazione e tempestività delle risposte
- Certezza e trasparenza delle norme e perciò lotta alla corruzione in tutte le sue forme
- Consapevolezza che l’economia reale deve essere supportata da una politica monetaria e da un sistema finanziario corretto e non finalizzato al guadagno del mordi e fuggi
- Ritorno ad una politica che incentivi e difenda il manifatturiero sia come fattore economico che come fattore culturale ed identificativo
- Diversa politica negli accordi commerciali tra Unione europea e Pesi terzi partendo dal presupposto che nessun accordo deve penalizzare il sistema imprenditoriale e lavorativo dell’Unione e che ci devono essere garanzie che i Paesi terzi rispettino parametri minimi e imprescindibili sia nel campo dei diritti civili che nel campo dei diritti dei lavoratori.
- Ridefinizione delle regole dell’OMC e garanzie che impediscano, in tempi brevi, sia azioni di dumping che di concorrenza sleale
- Sistema uniformato, nell’Unione, per le dogane sia per contrastare la contraffazione e l’ingresso di merci illegali che per impedire situazione di grave divario tra i paesi membri
- Approvazione del Made In: spetta ora al Governo italiano ottenere che il Consiglio Europeo approvi ciò che il Parlamento ha già votato favorevolmente più volte
- Attuazione di una maggiore mobilità anche per quanto riguarda il sistema dei trasporti
- Ragionare senza pregiudizi sulla necessità, garantendo uguale stipendio per uguale lavoro, che nelle aree a maggior costo di vita ci siano misure di sostegno per i lavoratori (minor tassazione, maggiore accesso all’affitto di una abitazione, ecc)
- Effettivo accesso al credito per le piccole e medie imprese
- Interventi volti a incentivare il ritorno delle imprese che hanno delocalizzato
- Rivalutazione della filiera corta per le piccole e medie imprese come strumento per ridisegnare la mondializzazione in modo che diventi finalmente opportunità e non ostacolo
- Scuole professionali anche per i settori artigianali-industriali, infatti il sistema dell’artigianato
industriale è un valore aggiunto che l’Italia possiede e che deve essere valorizzato anche a livello europeo
- Franchigia Fiscale per le micro e piccole imprese dell’UE fino ai 30.000 euro di utile netto all’anno e un bonus fiscale per tre anni per l’assunzione di giovani a tempo indeterminato
- Necessaria separazione tra banche commerciali e banche d’affari.
Ne abbiamo da lavorare!