di Cosimo Ventucci
Come abbiamo accennato nel recente incontro di Savona (vedi newsletter nr.4 -ndr) , il crollo economico del 2007 non è ancora superato ed anche se ci si affanna a vedere barlumi di luce, i cultori dell’economia hanno opinioni contrastanti.
Infatti, gli economisti che sono ottimi analisti del passato, che sanno spiegarci le cause e le modalità con cui l’economia mondiale si è mossa e si muove, che analizzano le varie trasformazioni delle strutture economiche e, conseguentemente, la geografia stessa dello sviluppo, purtroppo del domani non hanno certezza; diversamente sarebbero tutti ricchi sfondati !
Ci dicono che mentre l’economia postroosveltiana si è fondata sullo sviluppo, quella reaganiana sull’accumulazione.
Accenno a questi assunti economici affinchè ci si renda conto dell’impegno degli economisti a comprendere la trasformazione del capitalismo che, in questi ultimi sette anni, ha attanagliato il sistema economico mondiale.
Le suddette due posizioni ideologiche, ed il rapporto che hanno avuto con gli Stati, hanno fatto la differenza fra i due capitalismi e oggi l’Europa tende a proteggere “l’accumulazione”, vedi i due trattati di Basilea, con il rischio di alterare il significato stesso della globalizzazione e senza riguardo alla disoccupazione.
Da parte nostra, quali superficiali conoscitori della macroeconomia, non possiamo non condividere la riflessione di un nostro illustre studioso il quale osserva che, come il miope ha bisogno degli occhiali, così i capitalisti hanno bisogno dello Stato; purtroppo, non sempre le leggi dello Stato supportano l’economia, anzi, capita che lo Stato condivida la miopia dei capitalisti.
E’ chiaro che abbiamo bisogno di riforme per ammodernare il nostro “ sistema Paese” ed una delle prime deve essere, certamente, la riforma fiscale; senza di essa i nostri confini, continueranno a sottostare alle regole dei controlli doganali europei fatti su misura per i Paesi che si affacciano sul Baltico.
A Milano, con l’imminente Expo, ci troviamo alle porte di un evento di risonanza mondiale che, siamo sicuri, sarà un successo; tuttavia, a fronte di una certezza, per il resto, siamo ancora sommersi da dubbi su cosa accadrà domani; e se gli economisti posdomani riusciranno a spiegarci come è avvenuto.
Per quanto riguarda la nostra attività professionale non possiamo non denunciare la morbosa attenzione, da parte delle autorità mondiali, competenti nel comparto del commercio internazionale, circa il concetto della rappresentanza in Dogana, quasi che questo aspetto della rappresentanza, nella transazione mercantile, penalizzi lo scambio delle merci, ipotizzando una gestione del settore avulsa dalla presenza di un tecnico specializzato nel groviglio dei controlli di confine che tutti sanno non riguardano solo la Dogana.
La Confiad, di cui De Gregorio è Presidente, si sta muovendo con intelligenza e noi Doganalisti ci siamo e non temiamo il 2016, né le beghe che spesso ci creano gli Stati che hanno una fiscalità diversa dalla nostra, come i Paesi Bassi o, addirittura, chi e’ ai margini dall’esperienza europea come il Regno Unito; e siamo pronti a dare un contributo fattuale alla speditezza dell’interscambio tenendo bene a mente la tutela degli interessi di questa nostra grande Italia.