di Redazione
Sono passati poco più di due mesi dall’entrata in vigore dell’emendamento della SOLAS che obbliga la pesatura dei container prima del loro imbarco ed è già il momento di verificare eventuali criticità che sono emerse e che stanno emergendo dalla sua applicazione. In ambito nazionale diversi sono stati gli incontri con gli operatori del settore che, assieme a seminari specifici ( l’ultimo a Casalecchio di Reno – 10/09/2016), si pongono come scopo quello di un costante confronto teso ad assecondare la norma ma nel rispetto della snellezza dei traffici. Ma proprio per il fatto che la circolare IMO di riferimento – 1475 del 09/06/14 – ha portata ‘internazionale’, vediamo come i nostri cugini iberici stanno affrontando questa importante novità del settore marittimo. Forte dell’esperienza che sta maturando in Spagna, Elena Di Benedetto si è presa cura di interpellare la ‘Asociación Española de Cargadores y Usuarios del Transporte de Mercancías’ che, in un recente tavolo tecnico con diversi spedizionieri mondiali, ha evidenziato le maggiori ripercussioni che si sono generate dal 01 luglio.
Il primo aspetto dolente è rappresentato dall’aumento dei costi di movimentazione dei contenitori. Ma se questo era in parte preventivato ciò che crea imbarazzo commerciale è rappresentato dal fatto che questi costi sono del tutto disomogenei e quindi non anticipatamente calcolabili per le proprie politiche di prezzo.
Anche la mancanza di automazione e velocità nello scambio dei dati sta generando ritardi e, di conseguenza, costi aggiuntivi alla movimentazione. Ci sono una serie di costi che stanno iniziando ad emergere come parte del processo e sempre più di difficile previsione. Facciamo degli esempi:
I porti di NY / NJ applicano una tariffa pari 69,10 $ per unità ( di pesata). Il Porto di Charleston fa invece pagare ai caricatori $ 25 per la pesata di un contenitore. Diverso l’approccio di Houston, che non applica alcun costo.
Altro interessante spunto ce lo fornisce poi ‘ l’Asociaciòn de transitarios internacionales de Barcelona” che in una nota pone l’accento sulle cd “tolleranze”. Le differenze tra i vari paesi si notano specialmente nei margini di peso (nelle tolleranze appunto) che ciascuna norma nazionale consente. Nel caso della Spagna viene accettata una discrepanza di peso fino a 500 kg per container di max 15 ton (tara del container + peso del carico), però ad Hong Kong la tolleranza si limita a 500 Kg, mentre in Cina viene ammessa una tolleranza del 5% del peso o fino ad 1 tonnellata.
E chiudiamo questo interessante “viaggio” andando a vedere cosa succede al Porto di Valencia. A sessanta giorni circa dall’entrata in vigore del SOLAS l’Anesco (Asociacion Nacional de Empresas Estibadoras y Consignatarios de Buques) esprime una valutazione positiva sul rispetto della normativa sia a Valencia che in quasi tutti i porti spagnoli. Non sono dello stesso parere, però, i trasportatori che continuano a denunciare lunghe code sia nelle pese che all’entrata ai terminal, tanto che le rispettive associazioni di categoria spagnole sono sul piede di guerra e continuano a criticare le tante condizioni (letteralmente “il plico di condizioni”) che regolano l’attività di trasporto di container nei porti. Insomma, versioni contrastanti per le quali tutte le Autorità competenti spagnole si sono rese disponibili ad affrontare in specifici tavoli di lavoro.