La Dogana UE di domani
Il regolamento (UE) 2013/952 stabilisce che “Tutti gli scambi di informazioni, quali dichiarazioni, richieste o decisioni, tra autorità doganali nonché tra operatori economici ed autorità doganali, e l’archiviazione di tali informazioni richiesti dalla normativa doganale sono effettuati mediante procedimenti informatici”. Tale Regolamento ci mette in evidenza il fatto che le decisioni doganali siano gestite, archiviate sotto un unico approccio uniforme in un sistema transeuropeo grazie alla sinergia tra operatori economici, sistemi informatici e autorità doganali.
Il buon vecchio Doganalista sembrerebbe essere ormai essere superato da figure sempre più Internazionali e con più “Appeal” come il representative AEO, Customs broker, Import-Export Manager, Customs Specialist, e così via alle professioni sempre più “International”. In un mondo sempre più feroce nello scambio di informazioni e di merce, il Doganalista viene ormai visto come una figura arenata nei tempi in cui bisognava analizzare minuziosamente tutte le caselline del DAU e compilarle nel modo corretto.
I tempi odierni hanno richiesto una figura professionale che potesse coordinare il flusso delle merci e informazioni nel modo più sicuro ed efficiente. Per questo la WCO si è posta il problema e prima nel 1999 ha promosso la figura dell’operatore autorizzato e successivamente nel 2001 ha introdotto e definito l’AEO (Authorised Economic Operator) figura focalizzata sugli aspetti di Safety and Security.
Sicuramente lo status di AEO ha attribuito all’operatore un alto livello di affidabilità agli occhi della Dogana, a cui si agganciano una serie di benefici collegati, che essenzialmente si traducono in un esonero parziale dall’obbligo di prestare garanzie, in una riduzione dei controlli e nell’accelerazione delle operazioni di sdoganamento.
La domanda che ci si pone è se ad oggi essere AEO sia un beneficio o una discriminante viste le spese da sostenere per informatizzare i processi e il controllo audit delle Dogane a cui quasi annualmente ci si deve sottoporre, ma soprattutto il buon vecchio Doganalista, che ha superato un esame di stato e che scrupolosamente studia ogni singolo mattoncino di ogni singolo DAU, sia ad oggi meno affidabile di un “Authorised Economic Operator” agli occhi della Dogana.
Crediamo che queste domande la WTO e le varie associazioni di categoria se le siano poste e la Commissione Europea abbia risposto con una serie di proposte per la riforma più ambiziosa e completa dell’Unione Doganale dalla sua istituzione.
Nelle varie proposte della Commissione Europea si citano in particolare la creazione e l’implementazione di una piattaforma digitale, Eu Custom Data Hub, che dal 2028 sarà accessibile solo alle società operanti nell’e-commerce e solo nel 2038 sarà obbligatoria per tutti gli altri soggetti, e la figura del Trust and Check Trader che sembrerebbe proprio quella figura moderna, sicura e affidabile che tanto assomiglia al buon vecchio Doganalista.
Ecco qui che il Trust and Check Trader, capace di prendersi elevate responsabilità, si integra perfettamente con il nuovo sistema doganale, dove tutto il processo di scambio merci si trasforma in uno scambio di informazioni informatico tra i vari enti predisposti ad assicurare la sicurezza della merce. Un nuovo sistema doganale dove la nuova figura professionale potrà garantire la tracciabilità fiscale e merceologica partendo dall’ingresso nella comunità, passando per i controlli sanitari, radiometrici, per finire a comunicare con l’Agenzia delle Entrate e perché no proseguire con una nuova esportazione.
Una nuova figura, cui la dogana dovrà affidarsi quasi ciecamente per rendere lo scambio di informazioni nell’Eu Custom Data Hub certo e il passaggio delle merci celere, consapevole che la fiducia dovrà essere mantenuta nel tempo.
Alberto Stara
AnaspeDoganaGiovani