Un mondo, quello del XXI secolo, caratterizzato da confini sempre più labili, sistemi di trasporto globali, un valore assoluto economico dello scambio internazionale di merci come non si era mai registrato prima nella storia. E, d’altra parte, un flusso costantemente interrotto da sistemi doganali diversi, regole in continuo cambiamento, la ricerca di sistemi normativi sempre più omogenei ed adeguati agli sviluppi tecnologici ed informatici imposti dai tempi. Uno scenario in continuo divenire dove sono in discussione non solo modalità di trasporto e di comunicazione, ma gli stessi sistemi normativi sottostanti e le figure istituzionali preposte alla loro applicazione. Di come cambia la figura dei Rappresentanti Doganali in questo moderno e continuamente cangiante scenario, si è parlato alla conferenza internazionale dal titolo “Il Futuro dei Rappresentanti Doganali e dei Custom Broker“ tenutasi lo scorso 15 marzo nella accogliente cornice dell’Hotel Mediterraneo di Napoli, organizzata da Confiad, la Confederazione Internazionale degli Agenti di Dogana e dalla sua consociata italiana ANASPED, federazione italiana degli spedizionieri doganali.
A fare gli onori di casa, Massimo De Gregorio, nella sua veste di Presidente della CONFIAD, ad un evento che ha visto invitati i vertici dei massimi organismi mondiali del settore, tra gli altri: Miroslaw Zielinski, alla guida della Direzione generale per la fiscalità e l’unione doganale della Commissione Europea (che peraltro non è potuto intervenire per impegni istituzionali), Fernando Carmo, Presidente del WBCO, World Custom Broker Organization, Mario Oliveira, Vice Presidente del Clecat, Associazione Euopea del Trasporto e dei servizo do Dogana, Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, Giuseppe Peleggi, Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Cosimo Ventucci, Presidente Federale Anasped, Cristina Muscardini, Vice Presidente Commissione Commercio Internazionale al Parlamento Europeo.
“Il futuro profilo dello Spedizioniere Doganale dovrà avere i lineamenti di un operatore sicuro, possibilmente certificato AEO e capace di acquisire le competenze necessarie per agire da attore principale all’interno di una costante evoluzione normativa e operativa.
In tale prospettiva, fondamentale diverrà la capacità di riorganizzare l’attività professionale nell’ottica del raggiungimento di uno standard di competenza comuni, estendendo la propria operatività nell’ambito dei Paesi UE per riuscire finalmente a sdoganare sull’ intero complesso dei territori Comunitari” ha affermato nel corso del suo intervento Massimo De Gregorio, Presidente Confiad, ponendo l’accento sulla necessità della individuazione di standard internazionali. De Gregorio ha poi continuato: “La Confiad e il Clecat, su invito della Dg Taxud sono impegnate nell ‘ individuazione di standard di competenza da sottoporre al CEN (Comitalo Europeo per Standardizzazione). Tali Standard costituiranno un riferimento a cu i i Paesi UE potranno conformarsi su base volontaria.
“Infine” ha continuato De Gregorio ” nel corso dell’ Assemblea Straordinaria di questa mattina la Confiad ha attentamente valutato le proposte di modifica presentate dal Consiglio di Presidenza e dal Parlamento Europeo (relazione finale Le Grip), la difficile e lenta negoziazione, e la possibilità che non si raggiunga un compromesso. E’ intenzione pertanto portare all’attenzione degli organismi UE, attraverso i ns. referenti politici al Parlamento Europeo, un nuova proposta per l’art.5 e 8 che tenga conto di quanto già presentato nella relazione fina le di Mrs. Le Grip, che soddisfa in parte gli interessi degli associati Confiad.”
Il Presidente dei Doganalisti Italiani, De Mari, ha evidenziato le difficoltà europee nel regolamentare la professione : “Il legislatore comunitario, pertanto, non riuscendo a prevedere una “figura europea” del rappresentante doganale” o peggio, considerando la riserva un monopolio, addirittura un ostacolo ed un costo aggiuntivo, non la definisce e permette a “chiunque” di compiere operazioni doganali per conto di terzi. Abbiamo grande considerazione per il lavoro svolto dalla Taxud in un contesto giuridico e socio-economico così complesso ed articolato” ha detto De Mari e proseguendo ” ma è stata sconcertante, per alcuni aspetti lo è tuttora, la superficialità di siffatta conclusione che mina alla base uno dei pilastri della revisione dell’attuale codice doganale Comunitario, quello della sicurezza fiscale, di “safety” e “security”.
“Il nuovo codice offre la possibilità a ciascuno Stato membro di mantenere in vita, nell’ambito del proprio territorio nazionale, specifiche regolamentazioni interne che disciplinano in maniera autonoma l’accesso e l’esercizio delle attività di rappresentanza in dogana.” De Mari, ha poi proseguito puntando il dito sul Nuovo Codice Doganale: “Il nuovo Codice infatti, non interviene nelle professioni legate ai servizi di rappresentanza doganale, lasciando a ciascuno Stato membro il compito di definire le condizioni di accesso di esercizio delle stesse. Anche se la professione di doganalista in Italia, non verrà toccata dalla riforma e continuerà ad essere regolamentata dalla legislazione italiana, cambia tuttavia, la regolamentazione dei servizi di rappresentanza doganale prestati da intermediari stabiliti in Paesi diversi da quello di stabilimento.” (qui il testo integrale dell’intervento)
Anche il Presidente del Consiglio Federale Anasped, on. Cosimo Ventucci, ha puntato il dito sulle istituizioni europee. Partendo dallo stato di incertezza dello scenrio politico-istituzionale italiano, fino ad analizzare la complessità del quadro politico internazionale ed europeo in particolare: “…Ho citato l’Agenzia delle Dogane aggiungendo, con disappunto, ma secondo la recente norma, la specificazione ” dei Monopoli”. Il Direttore Dott. Peleggi conosce bene le perplessità del Parlamento nella sua interezza, ed io in primis come Vice Presidente della VI Commissione Finanze della Camera, che ha dovuto votare la fiducia su di un provvedimento dove era stata inserita una norma governativa sulla quale vi era un netto dissenso…” e poi “Si è conclusa la XVI legislatura e la nuova inizia con tanti problemi la cui soluzione non interessa solo il territorio nazionale, ma l’ intera comunità europea stante il fatto che l’ Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione c rappresenta circa 60 milioni di abitanti: consumatori e produttori influenti di beni all ‘ interno della stessa Comunità. Abbiamo di contro strutture istituzionali vecchie, basate ancora sui principi dell’ antico e che spesso non coincidono con quelle anglosassone che rappresentano una ampia maggioranza in Europa e nel mondo.”