di Claudio Toccafondi
Questo è stato il titolo del Convegno che venerdì 23 ottobre 2015 si è svolto in località Gonfienti di Prato all’interno dell’Interporto della Toscana Centrale.
Ad aprire i lavori del convegno il Presidente dell’Interporto Carlo Longo , il quale ha detto che partire dalla memoria tornando indietro di 2500 anni serve per costruire la propria storia futura ed è sempre stato indispensabile per la conoscenza e l’evoluzione dell’umanità. L’esempio di Prato, con l’Interporto della Toscana Centrale considerato il più grande scalo merci della Regione si trova adiacente al Parco Archeologico Naturalistico di Gonfienti – con la più estesa domus etrusca arcaica mai scoperta in Italia; un assoluto esempio di convivenza tra archeologia e modernità con moderne strutture logistiche, la presenza dei più importanti Spedizionieri Internazionali e la creazione del corridoio doganale controllato (Fast Corridor) per il collegamento con il Porto di Livorno e prossimamente con quello di La Spezia.
Molti gli invitati e altrettanti gli interventi che si sono susseguiti; dal Presidente della CCIAA di Prato Dott. Luca Giusti allo scrittore e On. Edoardo Nesi, dai vertici della Soprintendenza per i beni Archeologici della Toscana a quella per i beni culturali che, con l’ausilio di accattivanti slide, hanno deliziato la platea sullo stato di avanzamento dei lavori e degli scavi anche alla luce dei recenti ed importanti ritrovamenti archeologici.
Vi è stata poi un’ interessantissima “ lezione universitaria” del Prof. Davide Rampello – ideatore e curatore del Padiglione Zero e del palinsesto di EXPO 2015 di Milano – che, ricordando le necessità primarie dell’homo sapiens, ovvero quelle dell’alimentazione, ha voluto fare un parallelismo ricordando che conoscere la storia del cibo significa raccontare la storia dell’uomo. < Ci si nutre, dice Rampello, materialmente e spiritualmente. Affrontare come è stato fatto in EXPO il tema della storia dell’alimentazione significa affrontare tutta la storia dell’uomo, spiegando alcuni aspetti peculiari che sono contenuti in questa macchina culturale e spettacolare arrivando al “ Senso del Tutto”>.
E proprio alla confluenza di due torrenti ad Est di Prato (il Marinella ed il Bisenzio), nel VI sec. A.c. si insediarono gli Etruschi costruendo una città che probabilmente serviva per gli scambi commerciali via fiume attraverso la Val Bisenzio così da raggiungere Marzabotto (altra città etrusca) e, ad est, Firenze. Qui, attraverso la navigazione dell’Arno, si diede vita ad uno dei più importanti trasporti fluviali, la cd “Via del ferro” proprio per trasportare il ferro proveniente dall’Elba, sviluppando così il porto di Pisa e lo scalo adriatico di Spina.
Tutto ciò che è successo nei tempi antichi sembra perfettamente calzante con ciò che è successo nei tempi moderni ove, nello stesso sito, si è insediato l’Interporto di Prato per lo scambio commerciale delle merci.
Nasce così spontaneo il raffronto tra quello che avevano in qualche modo sviluppato gli Etruschi e quello che ora ci troviamo di fronte: i “fast corridors” appunto, corridoi veloci per trasferire merci da un luogo ad un altro con l’intento di “deurbanizzare” logisticamente alcune aree doganali a vantaggio di altre. Un argomento spinoso che in questi ultimi tempi è stato spesso oggetto di dure prese di posizione. Ed è anche per questo che alla tavola rotonda hanno partecipato i rappresentanti dei vertici di categoria: da Giuseppe Benedetti – Presidente Assocad – a Massimo De Gregorio – Presidente CD Anasped – da Giovanni De Mari – Presidente del CNSD – a Claudio Toccafondi – Presidente del CTSD di Firenze sino a Cosimo Ventucci – Presidente Federale Anasped. A rappresentare la procedura sperimentale dei “Fast Corridor”, l’Ing. De Rosa della Direzione Tecnologie dell’Agenzia delle Dogana e il Prof. De Dominicis, Presidente di UirNet.
In veste di moderatore, il Prof. Rocco Giordano, esperto di trasporti e logistica.
Ma vediamo come funziona:
Il corridoio Livorno – Interporto di Prato parte dal terminal Lorenzini ed è lungo c.a. 100 km, peraltro già autorizzato dall’Agenzia delle Dogane per il trasporto via gomma.
Nella pratica il trasportatore autorizzato apre la ‘missione’ al terminal Lorenzini di Livorno ritirando il contenitore dopo che la Dogana ha assegnato la partita A3 e dovrà raggiungere l’Interporto di Prato entro il termine di due ore e mezzo. Appena arrivato dovrà chiudere la missione e solo a questo punto la merce può essere dichiarata per una destinazione doganale prevista. NB: in caso di ritardi od interruzione del viaggio la dogana che effettuata il tracciamento del percorso interviene per conoscere i motivi del prolungamento del tempo di percorrenza.
Tale corridoio può essere attivato solo in orario di apertura degli Uffici delle Dogane,ovvero dalle 8.00 alle 18.00. Di conseguenza l’apertura della missione a Livorno dovrà essere sempre effettuata dal trasportatore con un congruo anticipo al fine di arrivare in tempo utile per chiudere la missione.
E’ stato inoltre ampiamente discusso l’aspetto cruciale della possibile perdita di alcuni passaggi da parte degli spedizionieri come la perdita del T1. Dall’intervento del rappresentante della Dogana si è capito che c’è allo studio una sorta di divisione del manifesto tra il porto e l’interporto così che nel giro di un mese circa dovranno pervenire concrete risposte su questa procedura.
E’ stato anche sollevato il problema del trasporto diretto dal luogo di partenza al luogo di arrivo, che rappresenta un grosso ostacolo per la fluidità dei traffici. Infatti, la dogana del porto di sbarco non può conoscere né tantomeno controllare le polizze se sono destinate al cliente finale presso l’interporto di Prato. Anche questa diventa così una procedura da affinare con l’auspicio che l’Agenzia faccia chiarezza al più presto.
Risulta quindi ovvio che le considerazioni sull’argomento siano tante e che questo nuovo strumento tecnologico che l’Agenzia mette a disposizione, se da un lato potrebbe invogliare le grandi Compagnie di navigazione che entrano nel mediterraneo ad approdare nei nostri porti con indubbio vantaggio per il Paese dall’altro sussiste il timore ( giustificato) di molte categorie del settore che si vedono “scavalcate” in nome della snellezza dei traffici ( auspicati ma non certi).
Ed è proprio questo diffuso timore che ha spinto Il Presidente Federale, Cosimo Ventucci, a sollecitare un nuovo tavolo di discussione con tutti gli operatori in concerto con l’agenzia delle dogane e con la presenza di esperti per intervenire e correggere quegli aspetti che sono emersi durante il convegno, necessari per una fattiva collaborazione tra spedizionieri e dogana.