TRIESTE – sabato 25 marzo 2023. È ancora l’elegante Hotel Savoia Excelsior Palace ad ospitare, per il secondo anno consecutivo, l’evento inaugurale della stagione formativa di Anasped, intitolato “Dalla informazione doganale alla digitalizzazione”. Frutto della collaborazione fra la nostra Federazione, il Consiglio Territoriale e l’Associazione degli Spedizionieri Doganali del Friuli-Venezia Giulia, l’incontro è un successo di partecipazione, soprattutto di giovani.
Studenti dell’Accademia Nautica dell’Adriatico così come ragazzi e ragazze di AnaspeDoganaGiovani, nata proprio qui a Trieste l’anno scorso, occupano buona parte di una sala gremita, fra doganalisti di tutta Italia, aziende, professionisti ed autorità.
Illustri ospiti prendono parte al convegno. Sono presenti l’on. Massimo Milani e l’on. Martina Semenzato. Non mancano i Presidenti Paolo Pasqui, Massimo De Gregorio e Bruno Pisano, rispettivamente per CNSD, Anasped ed Assocad, così come il Presidente del CTSD FVG Lorena Del Gobbo. Partecipano, infine, il Direttore Interregionale Davide Bellosi ed il Segretario Generale AdSP MAO Vittorio Torbianelli. Coordina l’evento il Neopresidente dell’Associazione degli Spedizionieri Doganali FVG, Nevio Bole.
Un parterre di relatori d’eccezione accompagna la platea nella mattinata formativa. Intervengono l’Avv. Piero Bellante, l’Ing. Laura Castellani e l’Ing. Sebastiano Ferrara per ADM, l’esperto informatico rappresentante dell’Associazione Software House EUR TRADE NET ITALIA Giacomo Morabito, il Professor Ivano Di Santo ed il Professor Enrico Perticone.
Ai saluti istituzionali, che si concludono con l’inedito e toccante intervento di Giuliana Indaco, rappresentante di AnaspeDoganaGiovani, segue il dibattito del tavolo tecnico, inaugurato dalla presentazione dell’Avvocato Bellante dedicata alla prima parte del nostro titolo.
Cos’è l’informazione doganale? Tutto ciò che l’operatore trasferisce all’autorità obbligatoriamente per il corretto espletamento delle formalità correlate alle attività transfrontaliere o, in via facoltativa, per contrastare rischi e frodi e per applicare correttamente la normativa doganale.
Contenuti sempre più densi e ricchi di dettagli che rilevano tanto sul piano tributario, ambito in cui tradizionalmente si esplica l’attività dell’amministrazione, quanto su quello – imponente – degli adempimenti extratributari, nuova frontiera dell’azione delle autorità doganali, introdotta dal CDM e confermata dal CDU.
Come dev’essere l’informazione doganale? Accurata, completa, attendibile, spiega l’Avvocato Bellante ricordando l’art. 15 CDU, ma non basta. L’informazione doganale dev’essere anche immediatamente disponibile, di facile consultazione e condivisa a livello nazionale, sovranazionale, ed in particolare in ambito europeo, come auspicato dalla Commissione nel suo programma di riforma del codice.
Un risultato ambizioso, possibile grazie a quello scambio di informazioni e quell’archiviazione con procedimenti informatici – l’Avvocato Bellante cita l’art. 6 CDU – ai quali mira la digitalizzazione, parola protagonista della seconda parte del nostro titolo e degli interventi che seguono.
Inizia l’Ing. Castellani, chiarendo il significato di digitalizzazione. Termine difficile e spesso utilizzato impropriamente per designare un archivio informatico di documenti cartacei, salvati in formato pdf, la digitalizzazione è in realtà un processo di trasformazione verso un ambiente completamente “paperless”, spiega il Direttore Organizzazione e Digital Transformation – ADM.
Leve di questo importante cambiamento sono il linguaggio standardizzato e la revisione dei processi all’interno delle amministrazioni, del resto non si può pensare di digitalizzare mantenendo in vita un’operatività basata sul foglio stampato.
Non solo. Fondamentali nella digitalizzazione sono anche l’interoperabilità fra uffici, che dovrebbero essere sempre più sincronizzati e funzionare insieme, ed un doveroso restyling di quelle normative che, nate in epoche più o meno lontane, continuano ad attribuire oggi alla carta un ruolo centrale¹.
Quali sono gli interventi che ADM sta portando avanti? Port Tracking, Smart Terminal, Fast Corridor & Fast Transfer, S.U.DO.CO, spiega l’Ing. Castellani, reingegnerizzazione di AIDA, aggiunge l’Ing. Ferrara che, nel terzo intervento della mattinata formativa, illustra conquiste realizzate e prossimi traguardi nel cammino verso l’informazione completamente digitale.
Invio incrementale della dichiarazione, possibilità di inserire quasi mille voci doganali, eventuale svincolo delle merci per articolo, dati basati su standard internazionali², nuova gestione del fascicolo elettronico, ora capace di ospitare più di quaranta documenti di diverse amministrazioni, sono alcuni dei vantaggi della reingegnerizzazione in import.
Altro punto di forza è la maggior sicurezza garantita da AIDA 2.0. Grazie alla disponibilità di molti dati, infatti, AIDA 2.0 permette quell’analisi predittiva dei rischi che, contrariamente ai controlli ex post, gioca d’anticipo e scopre illeciti prima dell’ingresso delle merci nel territorio, agevolando un’efficace attività di contrasto.
Prossimi traguardi sono, invece, la reingegnerizzazione del transito e dell’export ed un miglioramento del S.U.DO.CO.
Fasi importanti e delicate, spiega l’Ing. Ferrara. Esportazione e transito, apparentemente più semplici se paragonati ad un’immissione in libera pratica, implicano il dialogo fra più uffici doganali e devono fare i conti con inderogabili cut-off di navi e aerei. Tempistiche stringenti il cui mancato rispetto, ad esempio a causa di problemi nei tracciati export, si traduce in container a terra, soste, inadempimenti contrattuali da parte degli esportatori.
Il S.U.DO.CO perfetto, poi, richiede non solo tecnologia e collaborazione, ma anche abilità nel costruire ponti laddove esistono perimetri. La corretta implementazione dei moduli “gestione controlli” e “gestione certificati” implica, infatti, condivisione fra uffici e disponibilità da parte di questi ultimi a cambiare il proprio modus operandi sulla base delle esigenze.
Ulteriore traguardo è – interviene Giacomo Morabito – il cassetto doganale import/export. Funzione all’interno della quale gli operatori trovano oggi quelle “copie di cortesia” dei tracciati H necessarie ai fini IVA, in futuro dovrebbe consentire il prelievo della dichiarazione doganale xml, dotata di marca temporale, come già accade nel mondo delle accise con l’e-DAS.
In generale – concludono l’Ing. Ferrara e Giacomo Morabito – il nostro Paese è un fiore all’occhiello nel passaggio al digitale e, finalmente, l’Italia non è fra gli Stati Membri “ritardatari” autori di una recente richiesta di deroga³.
Ambito ancora inesplorato e sul quale investire è, invece, quello della cybersecurity, settore in cui sono Paesi come Francia e Germania ad aggiudicarsi i primi gradini del podio⁴.
Cybersecurity? Di che cosa si tratta? Ce lo spiega il Professor Ivano Di Santo, Docente all’Accademia Nautica di Trieste, che definisce la cybersecurity “l’insieme delle attività necessarie per proteggere la rete e i sistemi informativi, gli utenti di tali sistemi e altre persone interessate dalle minacce informatiche”.
In altre parole, un “lucchetto dei contenuti digitali” a tutela della loro disponibilità, autenticità, integrità e riservatezza da attacchi che portano la firma di hacker tanto invisibili quanto avidi di informazioni ed in grado di bloccare istituzioni, banche, trasporti, uffici pubblici e molto altro ancora.
E l’evoluzione del nostro Paese nella cybersecurity passa attraverso gli operatori economici: consapevolezza, efficace gestione del rischio con procedure “di soccorso” scritte e certificazioni sono insieme la chiave di volta per passare dall’impresa inerme a quella inattaccabile. Nel mondo delle certificazioni, poi, il Professor Ivano Di Santo cita la ISO 27001, una sorta di “AEO della sicurezza informatica” a garanzia della filiera dei contenuti digitali.
Il nostro convegno volge al termine. “Men walkin’ ‘long the railroad tracks / Goin’ someplace there’s no goin’ back …” ⁵. Si diffondono in sala, con grande stupore della platea, le note della ballata “The Ghost of Tom Joad” e inizia, così, l’intervento finale dell’incontro a cura del Professor Enrico Perticone.
È la trama del romanzo “The Grapes of Wrath”, l’epopea dei contadini dell’Oklahoma negli anni Quaranta del secolo scorso in fuga dalle avversità, dall’avidità delle banche e dall’avvento industriale del trattore, assieme alla colonna sonora, ad offrire un’originale metafora per concludere la mattinata formativa.
Il passaggio dall’informazione doganale a quella digitale, del resto, è un viaggio di sola andata e la digitalizzazione, con la sua portata innovativa, è il trattore – anzi, uno dei trattori, forse non è nemmeno l’unico – che scuote il mondo dello spedizioniere doganale tradizionale, proiettandolo fuori dal perimetro di una casella del DAU o di una bolletta doganale cartacea.
Opportunità o minaccia per la nostra categoria? Lo spedizioniere doganale è davvero solo quella figura consapevole che nell’ex casella 36 del DAU in import ci va un codice 300 se c’è un EUR 1 o nell’ex campo 44 si inserisce Y901 se i beni non sono Dual Use?
Forse, a ben vedere, un’informazione che si spoglia della carta per restare solo contenuto potrebbe essere una vera occasione d’oro per la nostra categoria. Una “partita tutta da giocare” per spostare il baricentro della nostra professione dalla mera compilazione del documento cartaceo – in via d’estinzione – alla cura e attenzione nella raccolta di tutti i dati che integrano l’informazione doganale, sempre più digitale.
Cura ed attenzione che richiedono pensiero verticale, l’immancabile studio della normativa, e laterale⁶, vale a dire capacità di sviluppare una visione d’insieme, anticipare il futuro, elaborare nuove strategie, “disimparare e reimparare” ⁷. Un bagaglio di idee, al posto di una “valigia di documenti”, utile tanto nei rapporti all’interno delle imprese quanto nella relazione azienda – autorità.
Il doganalista del mondo digitale potrebbe essere, infatti, l’anello di congiunzione fra settori aziendali che solitamente operano come compartimenti stagni. Pensiamo, ad esempio, ad ufficio acquisti, produzione, amministrazione: non è forse fondamentale un doganalista “direttore d’orchestra” che coordini i tre reparti per ottenere un prodotto di cui dichiarare, consapevolmente, l’origine preferenziale all’esportazione? O ancora, immaginiamo amministrazione, commerciale e legale: lo spedizioniere doganale non potrebbe essere il trait d’union essenziale per inserire clausole tutelanti in caso di rapporti con Paesi a rischio?
Non solo. Il doganalista moderno potrebbe accompagnare le aziende in regimi speciali, semplificazioni e certificazioni, aiutandole a rapportarsi con l’amministrazione doganale e a conseguire le condizioni alla base del rilascio delle autorizzazioni.
E in questa “partita tutta da giocare” per trovare e consolidare nuovi ruoli del doganalista digitale – conclude il Professor Perticone con una citazione – “il grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri” ⁸.
Elena Di Benedetto
AnaspeDoganaGiovani
¹ Proprio mentre scriviamo questo piccolo articolo, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la risposta all’interpello n. 272/2023 sull’ammissibilità delle informazioni trasmesse mediante un sistema EDI ai fini della dichiarazione prevista dall’articolo 45–bis, comma 1, lett. b), punto i), del Regolamento UE di esecuzione n. 282 del 15 marzo 2011.
² Curiosità suscitata dall’incontro formativo e dall’impiego ricorrente del termine “standardizzazione”: l’EUCDM può essere messo in relazione con il WCO Data Model:
https://taxation-customs.ec.europa.eu/customs-4/union-customs-code/eu-customs-data-model-eucdm_en
https://datamodel.wcoomd.org/#/infopack/scope/global
³ Decisione di esecuzione (UE) 2023/237 – GUUE L32 del 3.2.2023
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023D0237&qid=1680637529857
⁴ Solo per citare un esempio: Francia e Germania hanno creato agenzie di cybersecurity rispettivamente nel 2009 (Agence Nationale de la Sécurité des Systèmes d’Information) e nel 1991 (Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik). L’Italia crea solo con DL n. 82 del 14.06.2021 l’Agenzia Nazionale di Cybersecurity (Fonte: slides del Professor Ivano Di Santo pagg. 5-6-7).
⁵ Uomini che camminano lungo i binari della ferrovia / che vanno in un posto dal quale non si può tornare indietro
⁶ Espressione tratta dal libro “Creatività e pensiero laterale” di E. de Bono, Ed. Bur, prima edizione 1998, ottava edizione 2010
⁷ Il Professor Perticone cita il fisico Carlo Rovelli
⁸ Il Professor Perticone cita Vujadin Boskov (Fonte: slides del Professor Perticone pag. 18)