Gli auguri del Presidente Federale

/ / Articoli newsletters, Comunicazioni e News

E’ stato fatto notare che di fronte ad una forzata globalizzazione iniziata con gli accordi di Marrakech, 1994, non corrisponda una altrettanta dimensione globale delle regole negli scambi internazionali con l’evidenza di una netta cesura fra diritto nazionale e diritto internazionale.

L’Unione Europea con gli accordi della Comunità del Carbone e dell’Acciaio prima, del MEC e di Maastricht  e poi con una sequela di Regolamenti  e infine con il Codice Doganale dell’Unione, ha armonizzato, ma ancora sulla carta, il Diritto Doganale di 27 Paesi Europei che portano con se 27 Costituzioni, 27 Parlamenti e soprattutto 27 regimi fiscali differenti l’uno dall’altro.

Tuttavia nella evoluzione del quotidiano la politica internazionale ha come obiettivo il superamento dei confini economici che includono sia la produzione che il mercato con emissione di finanziamenti e risorse ben accette al mondo delle imprese che sono la guida del binomio attività economica e produttiva.

Ciò comporta che non esiste più una sede produttiva; ma una dislocazione di stabilimenti anche terziari che producono per la casa madre con una mobilità di risorse e capitali e che comunque vanno gestiti secondo un diritto sovrannazionale che tuteli gli accordi sottoscritti dai vari Stati.

In questa situazione la Dogana ha il compito di vigilanza e il Doganalista è l’intermediario che professionalmente assiste l’impresa in una materia sempre più complessa e foriera di una elevata penalizzazione amministrativa sull’osservanza delle regole.

Il primo Maggio 2016, senza traumi, sono entrate in vigore le regole sancite nel Codice Doganale dell’Unione e ribadisco il plauso per alcune facilitazioni, soprattutto all’export, grazie anche alla attività delle strutture professionali dei Doganalisti e della stessa Agenzia delle Dogane e Monopoli di Stato che in precedenza hanno svolto un attivo confronto su ciò che la Commissione UE aveva varato nell’Ottobre del 2013.

E’ sempre più complicato l’attuale contesto dell’U.E., la Brexit, i problemi istituzionali della Spagna e appare anche. Appesantita dalla frettolosa operazione di allargamento agli ex satelliti dell’URSS, voluta dalla Germania e da Paesi che avrebbero volentieri ridotto l’U.E. in una semplice Zona di Libero Scambio fra i Paesi Fondatori  e i quattro ex Unione sovietica  Rep.Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria, con la sostanziale differenza che noi abbiamo aderito ad un progetto unitario per rinunciare a quelle sovranità nazionali che erano responsabili di due conflitti mondiali.

I quattro ex satelliti URSS, invece, sono usciti dal sistema sovietico con la speranza di recuperare una sovranità perduta. Hanno chiesto di aderire all’U.E. perchè garantiva sostanziosi aiuti economici e un più largo mercato del lavoro per i propri cittadini; ma hanno affidato la loro sicurezza agli USA. Uno dei tre pilastri dell’Unione viene disatteso. Ci sono ben evidenti motivi per cui il Codice andrà in vigore totalmente nel 2020 e ci credono in pochi.!!!!!!!

E’ chiaro che in tale panorama l’Europa di Ventotene, dove l’uomo era al centro della società viene a mancare per imbattersi in un mondo che sconta la superbia della finanza dell’umano vivere, affastellato da interessi multipli e pragmatici.

Una società che appare provvisoria, come se ci avessero tolto il tempo per vivere in un eterno presente dove l’uomo conta meno tra i mezzi di produzione, quasi relegato ad essere un problema fra digitalizzazione, globalizzazione, lavoro virtuale.

Infine una veloce riflessione deriva dal particolare del Codice con la soppressione dello Spedizioniere Doganale sostituito da chiunque può nominare un Rappresentante Doganale, vedi art.18.

Decisione che ha radici fiscali nordiche e   che ci ricorda il sociologo Bauman con la sua società liquida; ci auguriamo che l’Agenzia sappia ben riflettere sulle conseguenze di questo art.18.

Nell’attesa è opportuno che i Doganalisti si tengano caro il famigerato art.303 del Decreto legislativo inerente il comparto delle sanzioni doganali, perché quel                         “ cuisque de populo” che con un corso di 200 ore si accinge a dichiarare in Dogana ne vedrà delle belle.

Il Presidente Federale

Cosimo Ventucci