Come è noto i CAD (Centri di Assistenza Doganale) sono stati istituiti nel lontano 1992 (con legge n. 66 del 6-2-1992 articolo 1-septies).
Essi nacquero da una precisa visione strategica del legislatore, condivisa dal Dipartimento delle Dogane e dagli Spedizionieri Doganali, che mirava ad individuare, all’interno del mondo degli Operatori doganali, soggetti che fornissero all’Amministrazione dello Stato la garanzia di una efficienza operativa .
Nella sostanza il legislatore mirava a duplicare i CAF (Centri di Assistenza Fiscale) di supporto all’Agenzia delle Entrate, con i CAD (Centri di Assistenza Doganale) di supporto all’Agenzia delle Dogane.
Gli uffici dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, in questo modo, potevano essere sgravati da tutta una serie di adempimenti ripetitivi (inserimento dei dati nel sistema informatico doganale, archiviazione, ecc..,).
Gli uffici doganali, in cronica carenza di personale, sarebbero quindi stati liberati da una serie di attività fiscalmente poco rilevanti ma estremamente impegnative in termini di risorse e si sarebbe permesso di concentrare le attività dei Funzionari sui controlli ad alta rilevanza fiscale (in base alle quali negli anni a venire furono istituiti i famigerati obiettivi).
Evidentemente tutto ciò si tradusse in semplificazioni per gli Spedizionieri Doganali che costituirono i CAD ed ebbero l’opportunità, a prezzo di una rigida limitazione delle attività consentite dall’oggetto sociale, di godere di una serie di facilitazioni operative che permisero di raggiungere una maggiore efficienza nell’espletamento delle attività doganali.
Nel corso degli anni diverse furono gli aggiornamenti normativi che intervennero a modificare il rapporto tra i CAD e l’Amministrazione ma, nella sostanza, il livello di efficienza in fase di sdoganamento delle merci, che poteva essere garantito dai CAD, non cambiò e consentì quindi agli Spedizionieri doganali che avevano scelto questa forma societaria di continuare a gestire una larga quota del mercato legato alle operazioni doganali.
A dimostrazione di quanto sopra i numeri dell’Agenzia delle dogane, secondo cui le operazioni doganali svolte in rappresentanza diretta in Italia, quindi dai Doganalisti che continuano ad operare in forma individuale, sono circa l’8% del totale degli sdoganamenti, mentre quelle effettuate dai CAD sono valutate intorno al 60% del totale, con punte nei porti, aeroporti ed
interporti, ossia nei luoghi dove si concentrano i flussi import/export delle merci, che superano l’80% del totale degli sdoganamenti.
Ma non solo di attività di sdoganamento si occupano i CAD che, soprattutto all’interno del territorio nazionale, presso le Aziende che operano con l’estero, hanno saputo creare le condizioni per fornire nel contempo sia le attività di consulenza che l’efficientamento delle operatività in fase di sdoganamento, dando risposte professionali adeguate alle due richieste fondamentali delle Aziende e del sistema logistico e superando la sterile polemica di chi, all’interno del mondo degli Spedizionieri doganali, vede l’attività operativa secondaria rispetto alla consulenza e viceversa.
Questa premessa, sicuramente a molti nota, era necessaria per ribadire che i CAD altro non sono che una diversa modalità operativa fornita agli spedizionieri doganali che, come sopra illustrato, possono liberamente scegliere la forma organizzativa che meglio si adatta alle loro attività, ma sempre Spedizionieri Doganali rimangono.
La visione strategica della Dogana si è rivelata corretta e, nei fatti, grazie all’attività dei CAD gli uffici doganali più intasati sono stati decongestionati ed i tempi di sdoganamento si sono abbattuti notevolmente, consentendo di raggiungere le rese operative necessarie per rendere scorrevoli i traffici nel nostro Paese.
Purtroppo analoga visione strategica negli anni passati non si è riscontrata tra gli Operatori ed i CAD sono stati visti, in alcune occasioni, come una diversa categoria di Operatori all’interno dello stesso mondo degli Spedizionieri Doganali di cui i Titolari dei CAD facevano parte.
In diverse occasioni si sono verificati momenti di frattura all’interno della Categoria, molti ricorderanno le tensioni sul tema della rappresentanza diretta richiesta dai CAD che, soli e senza nessun appoggio, hanno dato avvio ad un contenzioso presso la Comunità Europea per veder riconosciuto il diritto ad operare in nome e per conto dei propri mandanti, contenzioso che come è noto ha visto soccombere l’Agenzia delle dogane che, di fronte alla minaccia di messa in mora della Commissione, ha emesso un provvedimento che, purtroppo, a tutt’oggi stenta ad essere applicato dagli uffici doganali.
Fortunatamente oggi le cose sono cambiate. La sintonia tra ANASPED e ASSOCAD, ossia tra le uniche due organizzazioni titolate a svolgere attività di sindacato per conto degli Spedizionieri doganali, è totale, come dimostrato dalle recenti battaglie condivise sul tema dei corridoi doganali e dell’abolizione del regime di transito effettuata dall’Agenzia delle Dogane oppure sulle iniziative condivise sul tema della rappresentanza in dogana dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice Doganale in sede di UNI.
È questo l’auspicio per il futuro della categoria, una ritrovata unità di intenti che permetta una visione strategica complessiva e sappia valorizzare lo Spedizioniere Doganale indipendentemente dalle modalità operative che sceglie per svolgere le sue attività comprendendo e mediando rispetto alle ragioni di tutti, chi opera all’interno, chi presso le aziende e chi presso i confini, chi svolge attività di consulenza e chi gestisce le attività di sdoganamento, in modo da esaltare le professionalità e fare in modo che alla categoria venga riconosciuta l’importanza che merita.
Il Presidente ASSOCAD
Rag. G. Benedetti