Nell’ottobre del 2014 il summit straordinario dei rappresentanti del gruppo dell’euroarea incaricò il Presidente della Commissione Junckerdi di redigere un documento guida per indirizzare il confronto sui rafforzamenti istituzionali necessari alla moneta comune.
Si tratta di un documento che ha visto coinvolti altri quattro Presidenti, oltre a Juncker: il Presidente dell’Eurogruppo, quello del Consiglio Europeo, quello della BCE Mario Draghi e il Presidente del Parlamento Europeo.
Il documento, composto di 25 pagine, disegna quattro fasi di cui la prima scadrebbe a metà 2017 e nella quale non vengono toccati i Trattati; la seconda e la terza invece servirebbero a cambiarli in alcuni punti essenziali e, infine, la quarta scadrebbe nel 2025.
In sostanza, in una prima fase, si cercherebbe di creare regole per il completamento dell’Unione bancaria e finanziaria, poi successivamente si entrerebbe nella fase più politica e delicata che riguarderebbe l’Unione di Bilancio, standard fiscali, spese comuni per arrivare alla Tesoreria Europea.
Questo progetto, però, è stato bocciato dai federalisti europei e soprattutto dal Ministro delle Finanze tedesco Schauble per tre ordini di ragioni:
perché la proposta viene dalla Commissione Europea, che affiderebbe a se stessa un ruolo primario in ciascuna delle quattro fasi;
perché Schauble vuole dare priorità agli accordi interstatali e ridimensionare nelle sue funzioni la Commissione Europea;
perché Schauble ritiene, inoltre, di essere l’interprete della volontà della stragrande maggioranza dei Paesi Europei, non ultima del Regno Unito, con il quale ha intavolato negli ultimi mesi una trattativa riservata per definire una lista di concessioni riconosciute ai britannici ed evitare la loro uscita dall’Unione Europea.
Il Ministro delle Finanze Tedesco Schauble, infatti, vorrebbe privare la Commissione Europea delle competenze in materia di concorrenza e antitrust, a seguito delle azioni intraprese nei confronti delle multinazionali americane del settore internet e contestualmente delle competenze in materia di bilancio comune, affidando questi compiti a organi iper tecnici controllati da Berlino.
Le dichiarazioni del Ministro Tedesco vanno interpretate come posizione ufficiale del Governo di Berlino.
Le timide dichiarazioni del presidente Juncker di riprendere in mano i poteri che il trattato attribuisce alla Commissione non sono accettate da una Germania che ha cambiato la propria strategia insieme alla crescita della propria forza.
Le proposte tedesche sono in aperta violazione dell’articolo 17 del Trattato dell’Unione Europea che definisce i poteri della Commissione e che li garantisce stabilendo che “i membri della Commissione non sollecitano né accettano istruzioni da alcun paese“.
In questo senso non possiamo però a limitarci di considerare il problema solo sotto l’aspetto giuridico, in quanto ci troviamo ormai di fronte a una svolta politica.
Lo ha messo in rilievo, con drammatica efficacia, anche l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fisher scrivendo che la Germania sta portando l’Eurozona nella propria sfera di influenza, che la vecchia politica di solidarietà europea viene ormai considerata “inguaribilmente euroromantica” e che, come conseguenza dei suoi successi, l’obiettivo di un’Europa germanica sta ormai prevalendo sulla tradizionale aspirazione di una Germania europea.
E’ ormai palese la necessità di una presa di posizione da parte degli altri Paesi Europei, soprattutto dell’Italia e della Francia al fine evitino che si arrivi al punto di rottura per l’Eurozona.
Non si possono smantellare i pilastri fondamentali della politica comune con decisioni che, fatalmente, conducono alla dissoluzione dell’Unione, né può essere giustificabile la latitanza dei grandi partiti Europei.
In conclusione sarebbe necessaria la convocazione di una riunione straordinaria dei leader dei governi, delle istituzioni e dei grandi partiti europei, che discutano finalmente in modo aperto ed approfondito sui futuri destini dell’Europa, in pratica un vertice politico, dal quale emergano in maniera chiara e trasparente le scelte che intende portare avanti la Germania e le posizioni che intendono prendere gli altri paesi, cominciando dalla Francia e dall’Italia.
Bisogna quindi capire se la Germania vuole affrontare la sfida della globalizzazione da sola, magari con l’appoggio di alcuni paesi satelliti o se invece intende proseguire nella politica europeista che pure le ha permesso di conquistare l’unità nazionale e raggiungere una sempre più forte posizione economica.
Dott. Massimo De Gregorio
Presidente CD Anasped
Presidente Confiad