Le sinergie che portano alla crescita.
Lignano Sabbiadoro – Darsena Porto Vecchio
Il Friuli Venezia Giulia è una terra di confine e di incontro di popoli. La sua economia è strettamente legata al settore turistico, che nel caso specifico è la nautica da diporto.
Aprilia Marittima-Lignano è il complesso nautico diportistico più grande non solo del Nord-Est Italia bensì d’Europa.
Far parte dell’Europa ha portato al cambiamento di diversi aspetti non solo generali ma specifici del settore stesso. Da qui in particolar modo l’ultimo nato: la Revisione del Codice della Nautica da Diporto.
I cambiamenti apportati hanno scaturito la necessità di trovare il giusto equilibrio fra Territorio, Infrastrutture, Dogana, Capitaneria, la Marina, la CCIAA e tutte le associazioni di categoria. Tutti questi Enti hanno il compito di offrire all’Utente della Nautica di Diporto lo strumento perfetto per navigare in sicurezza e per far crescere l’interesse verso questo settore trainante della nostra Economia. Si ricorda tra l’altro che, a seguito di precise disposizioni delle Autorità Croate, viene richiesta per tutte le imbarcazioni da diporto, a seguito di capillari controlli, la prova dello status di imbarcazione comunitaria nonché dell’avvenuto versamento dell’IVA. Alla luce delle numerose richieste di chiarimento che pervengono alle Capitanerie, nonché numerose richieste di emissione del documento T2L, si ricorda brevemente la norma a supporto del fatto che le autorità Croate non riconoscono l’iscrizione al registro di un paese UE o la bandiera di un paese UE come prova che l’imbarcazione abbia lo status comunitario o come prova che abbia assolto il versamento dell’IVA; gli unici documenti riconosciuti sono, appunto, il T2L, la fattura originale contenente l’IVA, il contratto di leasing riportante l’IVA o altro documento dell’autorità fiscale attestante l’avvenuto pagamento dell’IVA in un paese membro UE. La normativa doganale comunitaria in materia di posizione doganale delle merci, all’articolo 313, par. 1) del Reg.to n. 2454/93 (Ex-DAC), stabilisce la presunzione dello status comunitario delle merci che si trovano sul territorio doganale dell’UE, tranne nei casi in cui non si accerti diversamente. Tuttavia, ai sensi dell’articolo l’articolo 313, par. 3), lett. b) delle “Ex-DAC”, le merci comunitarie, ad eccezione di quelle trasportate mediante un servizio regolare autorizzato perdono tale status qualora siano trasportate via mare. Di conseguenza, all’atto della loro reintroduzione nel territorio doganale dell’UE, la posizione comunitaria deve essere dimostrata con la presentazione di apposita documentazione, ovvero del T2L o della fattura originale di acquisto in cui risulti il pagamento dell’IVA in uno Stato membro dell’UE. Mentre per quanto riguarda i veicoli stradali a motore, l’articolo 320 delle “Ex-DAC” stabilisce che gli stessi sono considerati comunitari a condizione che siano muniti di targa e del documento d’immatricolazione, analoga semplificazione non è stata prevista per le imbarcazioni da diporto per le quali, pertanto, occorre la presentazione del T2L o della fattura originale per attestare, appunto, la loro posizione comunitaria. Pertanto, al fine di evitare ai diportisti nazionali conseguenze relative all’eventuale richiesta da parte delle Autorità doganali croate della prova dello status comunitario delle imbarcazioni in questione, è necessario richiedere, in mancanza di altro documento attestante la posizione comunitaria delle imbarcazioni, all’Ufficio delle Dogane di competenza il summenzionato documento T2L. “Tecnicismi” che meritavano di essere trattati da persone altamente qualificate in materia. Ecco che l’Associazione Spedizionieri Doganale del Friuli Venezia Giulia, nella persona del suo Presidente – Lorena Del Gobbo – è stata invitata all’interessante Convegno di Lignano del 7 Aprile per la trattazione di questo annoso problema che ha già “mietuto diverse vittime” tra i vacanzieri estivi e tra gli operatori che commerciano in imbarcazioni.