relazione a cura del Presidente Federale, Sen. Cosimo Ventucci
Riportiamo la relazione del nostro Presidente Federale, Senatore Cosimo Ventucci, che a margine del seminario di Savona del 14 marzo ha espresso in modo autorevole la situazione socio – politica di oggi ed il ruolo della nostra categoria.
Seminario A.SPE.DO.RI. Fortezza del Primar – Sala della Sibilla Sen. Ventucci
“Consentitemi una breve nota sulla situazione politica così come la vede un cittadino comune e non come la percepisce un ex addetto ai lavori parlamentari che avrebbe voglia di cambiare nazione, tanto è attanagliato dalla riflessione gattopardesca del si cambia purchè nulla venga cambiato.
Da poco si è insediato un nuovo Governo, quello dei giovani, di coloro che non hanno scheletri ideologici, quindi, presumibilmente, in grado di prendere decisioni, anche le più impopolari, destinate, tuttavia al bene della comunità.
É tempo di non fare sconti ad alcuno, occorre rivedere i privilegi cosiddetti “consolidati”, quelli per cui vale il vecchio adagio “i diritti acquisiti non si toccano”.
Bisogna mettere uno stop temporale da cui ripartire e, come dice il Presidente del Consiglio, impegnarsi contro il “ si è fatto sempre così”.
Passerà un lustro, forse due; ma cominciamo ora ad eliminare i primi sprechi, quelli che discriminano le varie attività nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, dove taluni sono più fortunati, non più importanti degli altri.
Verifichiamo l’entità degli stipendi e privilegi che beneficiano alcune categorie che prestano la loro attività, nell’apparato pubblico statale e privato della nostra economia, comprese le Magistrature, il Parlamento ed Enti vari e adeguiamoli agli altri Paesi, almeno Europei.
Ci vuole coraggio? Certo, ma non solo del Governo; necessita il coraggio e l’onestà intellettuale di tutti: cittadini e loro rappresentanti, sindacati, imprenditori e professionisti, poichè l’intervento deve essere corale senza cedimenti a quale che sia potere costituito, pubblico o privato.
Occorre iniziare da queste differenze sociali per uscire dall’emergenza, in una Italia che ha assoluto bisogno di una legislatura costituente, realizzabile solo con lo stretto dialogo tra le forze presenti nell’intero Parlamento, ed evitare la continua e sterile contrapposizione di principi o addirittura di negazione delle Istituzioni.
Ci sono obiettivi primari da perseguire come: il recupero del potere di acquisto di salari e pensioni e, quindi, la stabilità dei prezzi.
Al Governo chiediamo stabilità in un momento congiunturale che, sviluppandosi a livello internazionale, e protraendosi ormai dal 2007 fin tutto il 2014 e forse oltre, può tendere a vessare ancora di più le famiglie che da tempo supportano i costi dell’inflazione e le esigenze di riequilibrio del bilancio pubblico, pagando nuove tasse.
Ricordiamo, ancora una volta, che gli squilibri, le mancate scelte e i ritardi accumulati in questi ultimi venti anni, hanno generato, oltre all’ enorme dissesto dei conti pubblici, anche un deterioramento della Pubblica Amministrazione del tutto insufficiente alla gestione della cosa pubblica.
Lo ripetiamo da anni in una impotenza frustrante, tanto è forte l’avversario. Ma ora pare che ci siamo e dobbiamo sperarlo.
Qualche dubbio? Molti e, per quel che ci riguarda, soprattutto dalla burocrazia di Enti preposti alla gestione delle regole mondiali del Commercio con l’Estero dove riscontriamo la tendenza a soluzioni superficiali, addirittura pericolose se rapportate alla tutela del comparto a cui si riferiscono.
Un esempio è l’art. 10.6 dell’accordo sulle facilitazioni del Commercio approvato dalla Organizzazione Mondiale del Commercio. Tale accordo è teso a ridurre le formalità burocratiche e rendere più efficienti le procedure doganali.
Ebbene, una delle soluzioni è evitare che i professionisti del settore, da noi i Doganalisti, non creino discriminazioni ingiustificate con le regole per l’abilitazione professionale.
Pertanto, per agevolare le attività commerciali occorre preservare, per chiunque, il diritto di nominare un rappresentante per le sue relazioni con le autorità doganali.
Ciò significa che non si entra nella sostanza del problema, cioè nella matassa burocratica che ci ha spronato a far attuare lo Sportello Unico, preposto a dipanare ben 70 adempimenti da svolgere presso la Pubblica Amministrazione; No, il problema, secondo loro, è nella rappresentanza in Dogana.
Da quanto abbiamo ascoltato poc’anzi la nostra Categoria è ben rappresentata e vigile sulle tematiche che ci riguardano, sia in Italia che a Bruxelles, e se il flusso degli investimenti in Italia è fortemente limitato, la causa riscontrabile non è solo nelle infrastrutture inefficienti, nella rigidità del mercato del lavoro – che crea disoccupazione – o nell’elevata pressione fiscale, ma da un intervento pubblico di sostegno chiaramente inadeguato.
Dobbiamo dare fondo alla nostra perseveranza, inventiva e capacità onde consentire la svolta fattuale dell’ammodernamento del nostro Paese… Noi ci stiamo!”