(Autori: D. Desiderio, E. Sbandi)
Gli episodi di matrice terroristica verificatisi in varie parti del globo negli ultimi anni hanno messo in evidenza il problema della vulnerabilità delle catene logistiche, sollecitando la maggior parte dei governi mondiali ad intervenire per definire strumenti e metodologie a favore della safety e della security. E’ emersa in particolare una diffusa consapevolezza del fatto che il problema della salvaguardia della salute e sicurezza delle persone può essere affrontato efficacemente solo se si sviluppano azioni sinergiche tra i vari Stati e territori del mondo tali da consentire un monitoraggio completo dei percorsi che le merci seguono dai luoghi di partenza a quelli di destinazione.
Rispetto al passato infatti, le catene logistiche sono oggi più esposte a rischi, in quanto geograficamente più estese, complesse e frammentate tra un numero elevato di soggetti, aventi natura eterogenea. Gli sforzi di azzeramento delle scorte da parte delle aziende hanno reso inoltre le filiere più fragili, in quanto sempre più dipendenti dal regolare funzionamento dell’intera catena e dal fluido scorrimento delle merci lungo di essa. In questo contesto non è difficile immaginare come un imprevisto che colpisce un singolo anello della supply chain possa finire con il ripercuotersi su tutti gli altri.
Si pone pertanto il problema di governare questa complessità, evitando che una interruzione nel flusso delle merci porti alla paralisi dei traffici internazionali. Il programma AEO (Acronimo di “Operatore Economico Autorizzato”), si colloca in questa prospettiva. Alla sua base v’è un patto fra imprese e dogana in base al quale le prime accettano di implementare nella propria organizzazione misure atte a garantire la sicurezza dei traffici e la seconda garantisce l’accesso a tutta una serie di benefici, fra cui procedure semplificate e facilitazioni commerciali che permettono loro di svolgere senza particolari intralci la propria attività.
Questa dialettica di collaborazione e partenariato con il settore privato comporta tuttavia dei vantaggi anche per l’amministrazione doganale, che ha così la possibilità di agire secondo criteri di maggiore selettività, focalizzando la propria attenzione sui soli operatori non conosciuti o non certificati ed utilizzando le sue risorse in maniera più mirata.
Tocca ora agli operatori cogliere da subito le opportunità offerte dai programmi AEO per sviluppare rapporti cooperativi più stretti con le dogane.
Il volume analizza i vari programmi AEO implementati dai vari governi mondiali, offrendo un utile quadro di riferimento a livello internazionale per meglio comprendere sia la logica che i meccanismi operativi sui quali si fondano e si concretizzano le iniziative in oggetto.