LETTERA A DE MARI e MASSIMO DE GREGORIO PRESIDENTE NAZIONALE ALBO DOGANALISTI E PRESIDENTE ANASPED PER PROMUOVERE L’ISTITUZIONE DI UN PREMIO IN MEMORIA DI SALVATORE PAPPALARDO.
17 gennaio 2016
di Domenico Lops
Caro Presidente,
sono particolarmente lieto di dare seguito ad una nostra recente conversazione e alla corrispondenza verbale, per trarre, dalla recente e dolorosa scomparsa dell’amico Salvatore Pappalardo (maggio1938- gennaio 2016) alcuni stimoli e ricordi, carichi – a mio modesto parere – non solo di affettuosa simpatia, ma anche di attenzioni per quella che può essere la posizione, il ruolo ed il futuro del Doganalista, alla luce della rapida e tumultuosa evoluzione di questi ultimi decenni.
Ripercorrendo la carriera, gli entusiasmi, i successi e gli inevitabili fallimenti dell’amico Pappalardo, ho infatti rivisto, in una rapida sequenza, gli elementi caratterizzanti della storia economica degli ultimi quarant’anni e – all’interno di questa storia – evoluzione e problemi della nostra professione di Doganalisti.
Un rapido punto non guasterà.
Quando, negli anni ’70, Pappalardo inizia la sua carriera di Spedizioniere, siamo agli albori del vero “commercio mondiale”: grandi correnti di traffico si sono svegliate, ma una grande parte del mondo è ancora al di là della “cortina di ferro”, preclusa ai commerci mondiali: immaginiamo cosa voleva dire, allora, parlare della Cina di Mao!!!
In quel contesto, i primi passi di Salvatore furono moderni e premonitori: la conoscenza delle lingue, i contatti con la Spagna, il muoversi costantemente attraverso l’Italia e l’Europa furono i sintomi non solo di un carattere vivace e sanguigno, ma anche di un’anticipata comprensione della nuova realtà dei commerci mondiali.
In una realtà così innovativa, vecchi particolarismi non avevano più ragione d’esistere: onore quindi alla passione che Salvatore mise nella vita associativa, divenendo Presidente dell’Associazione Spedizionieri Doganali di Torino e Piemonte.
I tempi stavano tuttavia cambiando rapidamente, e l’Europa Unita si stava affacciando come nuovo soggetto non solo di commerci, ma anche di nuove – e complesse! – normative: Salvatore, forte della sua conoscenza dello spagnolo, si impegnò pertanto nella CONFIAD, svolgendo anche lì un ruolo prezioso di collegamento.
Ma i mutamenti di scenario riguardavano anche il nostro contesto locale: sono gli anni in cui il settore pubblico, dotato di mezzi molto maggiori di oggi e con più libertà d’azione – decide d’investire per ammodernare il Piemonte, anche nei settori dei traffici e delle Dogane.
Nasce così, a partire da metà anni ’80, la grande avventura dell’Autoporto di Susa e dell’Interporto di Torino, che videro Pappalardo – con me e con il compianto Alizeri – in prima fila, per rendere tali iniziative all’altezza dei nostri commerci e delle nostre capacità professionali.
Se SITO/Orbassano è ancor oggi una grande realtà (Susa fu superato dalla caduta delle frontiere nella Comunità), un po’ di merito va certamente a Salvatore, alla sua tenacia, alla sua irruenza, alla sua volontà di tenere sempre alto il nome ed il ruolo di noi Doganalisti.
Ed ecco, Presidente, che da queste considerazioni – a metà tra il ricordo affettuoso e la riflessione storica – che traggo le linee di una proposta, da porre alla Tua attenta considerazione.
Sono – oggi – tempi molto diversi, molto più difficili, non solo per la crisi economica, ma anche per la debolezza degli investimenti pubblici, fondamentali per aumentare i traffici ed i commerci.
Nonostante ciò, la voglia di innovare, di provare nuovi mercati e nuovi settori d’intervento, è fortunatamente sempre vigile ed attiva, come ai tempi gloriosi di Salvatore Pappalardo.
Potremmo allora dare vita ad un premio che – su base annuale, e per un triennio – ricordi la memoria di Salvatore Pappalardo, premiando che, tra i nostri Doganalisti, più e meglio sa affrontare i tempi nuovi, con nuove soluzioni commerciali e professionali, con nuove aperture ai mercati emergenti.
Potrebbe essere un ottimo metodo non solo per ricordare un amico, ma anche per dimostrare come i Doganalisti siano sempre aperti al futuro.
A presto, caro Presidente, con stima ed amicizia.