L’andamento altalenante dei noli, l’overcapacity delle flotte e le fusioni in atto tra le grandi compagnie stanno provocando una profonda trasformazione nel mondo della shipping, che colpisce anche il ruolo dell’agenzia marittima, il cui futuro «è quello di trasformarsi in un operatore logistico complesso», secondo Alberto Banchero, Presidente di Assagenti.
L’agente tradizionalmente rappresenta la compagnia di navigazione e svolge attività come l’assistenza al comandante nei confronti delle autorità locali o di terzi, la ricezione o la consegna delle merci, l’’acquisizione di noli, la conclusione di contratti di trasporto per merci con rilascio dei documenti, l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri e altre attività accessorie. Ora però il ruolo si sta evolvendo.
«Le agenzie marittime che curano le linee – afferma Banchero – stanno subendo gli effetti delle numerose fusioni e unioni che avvengono tra le Società di navigazione. Al pari delle compagnie (da cui spesso dipendono direttamente, ndr), le agenzie di linea nel prossimo futuro saranno in minor numero e avranno difficoltà, sin dall’inizio. Le agenzie ‘tramp’ (cioè quelle che seguono le navi che non fanno servizi di linea, ndr), poi, hanno ormai ricavi assai limitati, sia per il livello dei noli, che per la concorrenza tra agenzie».
Per superare questa situazione, afferma Banchero, «l’agenzia marittima si sta trasformando in un operatore complesso. Non fa più solo le pratiche tradizionali ma diventa Doganalista (? ndr), operatore logistico e ferroviario ed entra in tutti i settori affini del traffico containerizzato. Ormai le agenzia di linea devono puntare sulla diversificazione ed andare ‘oltre la nave’: si guarda sempre più ‘a terra’ per l’attività logistica, con grande attenzione alla velocità di spostamento della merce. Ci sono agenti che hanno investito sulle ferrovie e su immobili dove vengono svuotati i container. Insomma, diversificando si sviluppa un volano di lavoro che può essere indirizzato sia su di un singolo armatore che su più soggetti».
Banchero sottolinea anche come il fallimento della compagnia coreana Hanjin, che ha provocato seri danni a vari gruppi industriali, i quali si sono trovati con la merce bloccata sulle navi e non consegnata, abbia «risvegliato l’attenzione dell’industria sull’importanza della logistica. Prima si preferiva chi faceva il nolo più basso, ora si cerca un operatore logistico valido e competente. Importante quindi che l’industria italiana possa avere solidi operatori logistici italiani, perché affidarsi a soggetti di un’altra nazione significa correre un rischio: un operatore tedesco, ad esempio, in caso di necessità, tenderà a favorire un tedesco piuttosto che qualcuno di un altro Paese.